mercoledì 31 marzo 2010

Regionali 2010: una prima analisi

Passata la consueta bufera di dati e di interpretazioni (spesso preconfezionate)tentiamo una prima analisi.
1) Nel giudizio sul risultato complessivo va tenuto conto, per prima cosa, che questa tornata elettorale non si è svolta, come le precedenti, a ridosso della chiusura della legislatura nazionale a causa dello scioglimento anticipato delle Camere successivo alla crisi del Governo Prodi. Nel 2000 le regionali costituirono anche un giudizio sul Governo D'Alema, come quelle del 2005 lo furono per Berlusconi.
Le linee di tendenza nell'espressione del voto difficilmente presentano salti improvvisi: questa volta si è votato solo a due anni di distanza dalle politiche e gli effetti della cosiddetta "luna di miele" ancora non sono svaniti. Una conferma del voto del 2008 avrebbe comportato un 11 a 2 o un 10 a 3 per il centro destra, mentre il risultato di oggi è una sostanziale parità.
2) La Regione Lazio da venti anni vede l'alternanza perfetta tra le due coalizioni. Regola confermata anche stavolta. Da sempre regione "in bilico" è la più sensibile al mutare della situazione nazionale. Nonostante ciò è indubbio che la consultazione sia stata condizionata da due fattori principali: lo scandalo Marrazzo e la questione liste del PDL romano.
I vizi privati hanno macchiato le pubbliche virtù: la gravità del comportamento dell'ex "governatore" non sta, a nostro giudizio, nel suo stile di vita, ma proprio nell'aver messo nell'angolo la coalizione che rappresentava. Cosa che gli avversari conoscevano bene, avendo tentato già nella campagna elettorale precedente di far esplodere lo scandalo, rimanendo però scottati, e completando l'opera nell'ottobre dello scorso anno. A completare il quadro per un giudizio su di lui giunge la notizia della sua astensione dal voto di domenica scorsa.
La mancata presenza del PDL nelle schede romane è stata invece sapientemente rovesciata in fattore di mobilitazione, in carica aggiuntiva, spostando sulla lista Polverini gran parte del voto e con la novità, assoluta per il centro destra, di un forte voto alla sola candidata presidente (normalmente questo fenomeno riguarda più il centro sinistra)
Infatti l'incidenza dell'astensione è stata minima: la differenza con le altre province laziali e del 2-3%. Tra l'altro va segnalato che ad incidere sul tasso di assenza ai seggi, soprattutto nelle grandi città, è stata l'unificazione della chiusura delle scuole per le elezioni con le vacanze pasquali.
3) Il dato del comune di Roma conferma che Alemanno è un sindaco per caso, miracolato dalla congiunzione tra i disastrosi errori dei dirigenti e la miopia narcisistica di molti degli elettori del centro sinistra. La città è saldamente all'opposizione del sindaco e ancor di più lo è il quartere Appio Latino, come tutto il nono municipio.
Ecco alcuni dati sul quartiere, elaborati sulla base delle informazioni presenti sul sito del Comune.
BONINO 17989 58,29%
POLVERINI 12688 41,11%
MARZOLI 184 0,60%

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