venerdì 26 marzo 2010

La rabbia dei bambini


Abbiamo atteso due giorni. Eravamo certi che l'articolo sarebbe stata smentito. Sappiamo che Laura Marsilio è una dattilografa velocissima, ma, magari, poteva aver avuto altro da fare. Invece niente. Nessun ripensamento, nessuna correzione.
Quanto scritto da Repubblica martedì 24 è tutto vero: nell'articolo "Bimbi al nido, la rivoluzione: meno ore e posti, ma più tasse" si dà conto della rivoluzione negli asili nido voluta dall'assessore comunale alla Scuola, che scatterà dal prossimo anno.
Eccone i punti salienti: gli asili nido privati convenzionati con il Comune chiuderanno con due ore di anticipo rispetto all'orario tradizionale e comunque nessuna di queste strutture ha avuto già confermata la convenzione; "rimarrà aperto un solo nido comunale per ogni municipio"; non è arrivata ai municipi la comunicazione dei posti realmente disponibili e quindi le graduatorie per l'iscrizione dei bambini saranno inevitabilmente provvisorie; si prospetta un aumento della tassa di iscrizione; in molti municipi sono stati completati o ristrutturati alcuni asili nido comunali che furono finanziati negli anni passati dalla giunta Veltroni ma il Comune ne ritarda l'apertura (potrebbero ospitare in totale 600 bambini); la giunta ha anche bloccato la costruzione di cinque asili nido, in project financing, in vari municipi periferici.
Quanti bambini potranno entrare nei nidi il prossimo anno? E a che prezzo? E come potranno risolvere il problema le famiglie coinvolte?
Per avere un'idea delle dimensioni dell'utenza basta vedere il caso nel nostro municipio: accedendo alla pagina dedicata nel sito; sono circa 500 i posti a rischio.
Altro che difesa dei valori della famiglia: qui si vuole soltanto risparmiare ai danni di chi ha più problemi. Si vuole favorire una privatizzazione selvaggia, che potrà consentire solo a pochi l'uso di un servizio fondamentale.
Ma crediamo ci sia dell'altro, se possibile di peggio. C'è sicuramente la riproposizione di un modello "ideale" di famiglia, da stereotipo anni '50, totalmente slegato dalla realtà che viviamo. Ma c'è sicuramente il tentativo di minare alla base i processi di integrazione dei figli degli immigrati che sono proposti proprio a partire dalla scuola di base.
Follie ideologiche che, privando i cittadini di servizi fondamentali e portando avanti politiche "neorazziste", porteranno al risultato, paradossale per i sedicenti paladini della famiglia, di mantenere il nostro paese in fondo alle classifiche mondiali delle nascite.
L'Italia è ormai soltanto un paese per vecchi? Come risposta proponiamo l'editoriale di Concita De Gregorio sullo scandaloso caso dei bambini messi a pane acqua e gli ultimi versi della poesia "Ultima rima. Per i grandi" di Bruno Tognolini pubblicata sull'Unità di oggi:
Bene: non c’è bisogno di indovini
Per sapere che arriverà il futuro
Speriamo che la rabbia dei bambini
Non ci presenti un conto troppo duro

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