lunedì 12 aprile 2010

Archistar


Il titolo del convegno era allettante, "Roma 2010-2020. Nuovi modelli di trasformazione urbana", prestigiosi i partecipanti, impegnativo il percorso nel quale era stato inserito:"Per la prima volta nella storia recente della nostra Città, l’Amministrazione comunale intende dotare Roma di un Piano Strategico di Sviluppo. Per raggiungere un obiettivo così impegnativo, seguendo l’esempio di altre città, l’Amministrazione ha voluto attivare un ampio processo di partecipazione che è stato definito “Progetto Millennium”.

Il Progetto Millennium si articola in una serie di conferenze tematiche e specialistiche che porteranno, prima dell’estate, alla convocazione degli Stati Generali della Città, per un confronto approfondito con tutte le componenti della società civile. Tutto il progetto sarà accompagnato da una consultazione aperta ad ogni cittadino, attraverso assemblee popolari e forum sulla Rete, e dovrà ovviamente concludersi con un dibattito ed un voto finale in Consiglio comunale.
Tra questi appuntamenti assume particolare importanza la Conferenza urbanistica della Città, che viene preceduta da questo Workshop attraverso cui si vuole mettere a confronto il punto di vista di alcuni dei più importanti architetti, urbanisti
e sociologi dello scenario internazionale".

Al termine della due giorni si può dire che l'evento è servito ad Alemanno per essere accolto nel salotto buono degli archistar, concordare l'abbattimento di qualche muretto e sotterrare l'ascia di guerra brandita nei lunghi anni di opposizione.
Pochi progetti, nessuno nuovo: molta farina del sacco di Veltroni, con nuove etichette
Poco e già sentito anche per l'Appio Latino: positivo l'eventuale riutilizzo della caserma di Piazza Zama, il "tombamento" del vallo ferroviario, negativa l'evocazione di passi e sottopassi nel territorio del Parco dell'Appia antica. Attenzione, però, qualcosa di nuovo forse c'è.
Così Repubblica riporta il pensiero del Sindaco:
"Bisogna dare più spazio a uffici e ministeri che esistono e che sono addensati caoticamente nel centro storico: non si può pensare di prenderli e portarli in periferia ma si possono decentrare nella città storica", ha detto Alemanno, spiegando che il concetto di 'città storica' è riferito a tutta l'area che circonda il centro storico in senso stretto, comprendendo quartieri come Appio, Nomentano, Garbatella, Eur".
Ecco fatto: dopo decenni di sostanziale indifferenza rispetto ai problemi dei quartieri intermedi, da parte di tutti, media compresi, indifferenza ribadita dallo stesso impianto del convegno (che ha dedicato il primo giorno alla "città storica", il secondo alle periferie) scopriamo di essere stati annessi al "centro".
Ovviamente in un ottica di peggioramento dei problemi: la Roma entro le mura sempre più trasformata in un parco a tema per turisti in pullman e le funzioni direzionali spostate a casaccio, chissà come e dove. Dove reperire aree e cubature? E a che punto può arrivare il traffico che già massacra questi quartieri?
Con scelte come quella evocata dal Sindaco si accentuerebbe lo spostamento della popolazione romana verso l'esterno, andando a cozzare contro la "forte determinazione" di non urbanizzare ulteriormente l'Agro Romano. La destra conta di risolvere l'enigma con una parola magica, la densificazione. In parole povere aumentare la densità di popolazione sul territorio dei quartieri semicentrali e delle periferie. Si parla anche di grattacieli!
E' grave che non si tenga conto delle più aggiornate previsioni demografiche: neanche un anno fa il Centro Ricerca su Roma dell´Università La Sapienza calcolava per il 2020 una sostanziale stabilità della popolazione.
Ma chi poteva dirlo in quel consesso? E' stata proprio una bella prova di apertura ai cittadini: non sono stati, infatti, invitati i Presidenti dei municipi, tantomeno la rete di associazioni e comitati di quartiere (nella quale, va detto, non c'é neanche una struttura in rappresentanza dell'Appio Latino, e non certo per colpa delle altre realtà).

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